Adesso lo dice anche la scienza

Oggi voglio condividere con te alcune considerazioni sul concetto di lamentela e le sue conseguenze. 

Come ben saprai, questo è un argomento a me molto caro e oggi trova, finalmente, conferma anche in ambito medico, attraverso spiegazioni concrete.

Durante i miei speech, spesso, sottolineo come tutto quello su cui si concentra la nostra mente si amplifichi.

Supportato dalla scienza, spero tu possa prendere definitiva consapevolezza che il tuo umore è il principale responsabile dei tuoi risultati, non l’unico, ma il principale!

L’accettazione di questo legame, è un passaggio chiave per il tuo successo personale e lavorativo, ecco perché te ne parlo con tanta passione!

Ti riporto un’estratto di un articolo apparso in rete poco tempo fa:

Ogni volta che poni l’attenzione su ciò che c’è di positivo, di lodevole e benefico in ogni circostanza o situazione stai cambiando il tuo cervello per il meglio. 

Il Dott. Donald Hebb, neuropsicologo che sta trasformando la psicologia e la neurobiologia con le sue teorie, afferma che le cellule del cervello sviluppano delle strette relazioni tra di loro a seconda di ciò su cui abitualmente poniamo l’attenzione.

Le tv e i giornali sono basati sulla lamentela e su cosa non va nel mondo, sebbene ci siano tantissime belle storie positive da raccontare, niente diventa virale come una bella tragedia, omicidio o furbata dei politici.

 

Continuare ad indugiare in tutta questa negatività drena la tua energia e quella delle persone che hai attorno quando ti lamenti.

Ora, credo che nessuno di noi sia innocente in fatto di negatività, di tanto in tanto anche i più consapevoli si lamentano senza nemmeno rendersi conto che lo stanno facendo. 

E’ praticamente una parte della nostra cultura di oggi. La Dr.ssa Robin Kowalski, professoressa di psicologia alla Clemson University spiega che tutti si lamentano, ad un certo punto, almeno un po’.

Molte persone basano tutta la loro identità su un tipo di lamentela. 

E’ una vita davvero triste e rende pesante anche la vita di tutte le persone che per qualche ragione sono costrette a stargli attorno: colleghi di lavoro, familiari, ecc. 

E’ famoso l’esempio di Roy Martina che quando la mamma lo chiamava al telefono periodicamente, raccontava per ore tutte le sue lamentele su come i familiari si erano comportati o su qualche disgrazia che era successa, ecc. 

Un giorno Roy Martina le ha detto: “Mamma adesso basta. Richiamami quando hai qualcosa di bello da darmi. Ciao“.

È stato scientificamente provato che le onde elettromagnetiche cerebrali caratteristiche della lamentela spengono letteralmente i neuroni dell’ippocampo che sono associati alla risoluzione dei problemi. 

Insomma chi si lamenta non cerca soluzioni ma vuole rimanere nella negatività. 

Inoltre, essere esposti per più di trenta minuti a negatività e chiacchiere superflue provoca danni effettivi a livello cerebrale, sia che le negatività provengano da persone in carne e ossa che dalla televisione.

Il Dott. Donald Hebb spiega che i neuroni si connettono tra loro nel nostro cervello come conseguenza di particolari esperienze di vita.

Per esempio, ogni volta che abbiamo un pensiero, un sentimento o sensazione fisica rispetto ad una situazione, migliaia di neuroni vengono attivati e tutti si riuniscono per formare una rete neurale rispetto a quella situazione. 

Il cervello impara a far scattare gli stessi neuroni con il pensiero ripetitivo.

Quindi, se stiamo pensando ai benefici e i lati positivi di una certa situazione, i neuroni della zona della ricompensa del cervello si attivano e si connettono per aiutarti ad imparare e ricordare quella particolare situazione. 

Se vivrai una situazione simile in futuro, gli stessi neuroni “positivi” si attiveranno facendoti trarre il meglio da quella esperienza.

Viceversa, quando pensiamo negativamente rispetto alle varie situazioni, non troveremo mai nulla di positivo e la rete neurale che si attiverà, tramite il pensiero ripetitivo, ti porterà, in questo caso, a trarre il peggio.

In sostanza, se si mantiene il cervello concentrato sulla critica, sulla preoccupazione e sulla vittimizzazione, la nostra mente sarà portata più facilmente ad avere quegli stessi pensieri nelle situazioni future. 

I nostri modelli di pensiero cablano il nostro cervello a reagire positivamente o negativamente alle situazioni che si presentano.

Adesso sai perché qualcuno tra i tuoi colleghi, conoscenti, amici o parenti vive molto spesso situazioni negative ed altri, invece, spesso positive.

Adesso sai….spetta a te decidere!

Ti abbraccio e auguro una giornata strepitosa

Silvio